Unione Orvietana Rugby
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ORVIETO RUGBY - CUS PERUGIA

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Messaggio  Billy Mar Feb 05, 2008 8:14 pm

Cosa ne pensate della partita di domenica?
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Messaggio  Werwolf Mar Feb 05, 2008 8:37 pm

siamo troppo cazzuti! ad Orvieto non si passa, il Paglia sembra il Piave!!!

arrivano, fanno gli splendidi, e poi... giù botte!

13-0: DURI E INCAZZATI RAGAZZI Mad
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Messaggio  riccio XV Lun Feb 11, 2008 7:01 pm

..pensavano di venir giu' a godere!!!..
e poi almeno quelli di san lorenzo ci hanno dato buoni grattacapi..questi non hanno giocato mai!!..
GRANDI RAGAZZI..GRAN PARTITA!

A ORVIETO NON SI PASSA!!!!!!!
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Messaggio  zooclay Lun Feb 18, 2008 5:20 pm

ecco la meta di Caiello che ha avuto l'onore della "copertina" la settimana scorsa:





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Messaggio  Werwolf Lun Feb 18, 2008 9:23 pm

Riccetti, questa è per te Wink

Orvieto Rugby - CUS Perugia

L’eroica compagine orvietana, sbandiera i propri colori nel cielo velato di una domenica gloriosa, dopo aver reso noto a quanti ancora non avessero compreso, che il punto d’arrivo del cammino bianco-rosso è la vetta della classifica.
Come non lodare una siffatta prova di coraggio e destrezza da parte della possente armata nostrana, che regna incontrastata in un campo che diventa giorno dopo giorno, sempre di più, un baluardo inespugnabile per ogni invasore straniero.

Perugia s’inchina dinanzi a tanta destrezza e determinazione, e l’onta consumata in terra nemica è finalmente lavata col sangue e le lacrime dei nostri legionari.
Quel giorno di novembre, il barbaro perugino pretese la vittoria grazie al favore di una forza non contestabile, di giallo vestita, che solcava il campo insieme a noi. Troppo ingenui ci siamo dimostrati, e all’aiuto giuridico, si aggiunse la nostra incapacità di concretizzare quel che di buono si poteva creare.

Ma nulla di ciò era rimasto nel nobile animo dei nostri prodi!
Oh, canteranno i bardi di questa vittoria, che ci ha donato un posto tanto agognato quanto legittimato nell’Olimpo della classifica.
13 a 0 finì, e nulla poterono i grifoni alati contro le lance dei gloriosi legionari d’Orvieto. Caddero uno ad uno, come foglie spazzate via da un vento impetuoso.
Quell’impeto che ha guidato i nostri verso la vittoria.

Spingono gli otto colossi di mischia, e leggenda racconta di quel Mammoli, detto “lupo”, che lasciava dietro di se i copri agonizzanti dei piloni avversari, macinando metri, con una mischia tanto granitica, quanto dinamica e veloce.
E Ermini, nostro “Schizzi”, che vola quasi fin toccando il sole e le nuvole sopra di sé, lasciando che quel bagliore che lo avvolge, annebbi la vista dei nemici, colpendo la palla per donarla ai cavalieri della tre quarti.
Nulla possono quei barbari stranieri contro Maccioni, energumeno tatuato, reduce di vittorie senza tempo, che elargisce lezioni di grinta e tenacia, al fianco dell’epico Tomarelli, l’implaccabile di Viterbo, al quale nessuna forza umana si può opporre.
E intanto Gazzurra e Caiello, inseparabili seconde, avanzano e recuperano, spingono e placcano, per permettere che altri e non loro, possano volare lungo il campo sabbioso che diventa casa e rifugio della nostra squadra.
Baldini, come folgore dal cielo, come nembo di tempesta, sguscia fuori dal nulla e avanza verso il nemico, incurante del pericolo, del dolore, del numero, e lotta da leone. A nulla servono le provocazioni dei rossi: lui reagisce e sgomenta l’avversario, che cade in terra, e scappa, per sfuggire alla sua collera.
Troili, imperioso e superbo, nulla concede a chi gli si para dinanzi, e placca, senza remore, spezzando uno per uno i nemici dianzi a lui. Baluardo e colonna, che respinge come scogli le ondate avversarie.
Ambrosi, detto “Buddha”, guida e indirizza i propri soldati, con il fare di chi ha già vissuto una siffatta battaglia, e da centurione veterano, non abbandona mai i propri uomini, per poterli spronare, aiutare, incitare, riuscendo a lanciare palloni che similmente a dardi scoccati dall’arco d’Apollo, arrivano precisi nelle mani di Vecchi.

Vecchi… nostro allenatore, che ci rendi vittoriosi, che schieri come stratega i tuoi legionari sul campo, cosa possiamo dire della tua potenza? Placchi e vai avanti, lanci in velocità la cavalleria che s’invola verso la meta, e con le tue finte repentine, inebri il nemico, che stordito, nulla può contro di te.
Sarri: un sol nome, due uomini in campo, Silvio e Siamone, per tutti “Triocco”, fratelli nel sangue, che lottano per la vittoria che rappresenta la realizzazione d’un sogno: farla pagare al vile straniero!
E il calcio preciso s’insinua fra le file nemiche, che si sbandano, come dopo un dardo d’artiglieria, senza meta, e lì si gettano con foga e maestria i due fratelli. A nulla servono le resistenze rosse, la loro fine è giunta, i “Triocco” stanno avanzando.
Col suo piede, Silvio ci regala tre punti, meravigliosi, tre punti di supremazia parziale, che scuotono il nemico, e sembrano dirgli: siete mortali, e la fine per voi è giunta.

La fierezza e l’eleganza nel gioco di Riccetti, incutono un senso di doverosa reverenza a tutti coloro che guardandolo rimangono in attesa di una sua mossa. Al volo sono presi i palloni, e giocati poi su chi ritiene degno d’un passaggio, oppure sceglie di ripartire, con una finta suadente, verso il centro del campo.
E al suo fianco Marchigiani, “Billy” per noi, che non cede un metro, corre e plana su quella terra che s’alza come con folata di vento dopo il suo passaggio. Quella corsa lo rende Mercurio alato, e la fascia che copre, è da lui sempre ben difesa. Nulla si teme finché lì si trova.
O Abatematteo, guerriero dal viso sì bello… Colui che rende questa battaglia un dono per gli occhi. Non passano i nemici fin tanto che lui difende la zona, e recupera al volo ovali che s’alzano fin dove occhio può vedere, ripartendo senza timore alcuno verso il centro della battaglia. In molti lo placcano, ma lui continua la sua folle corsa verso la meta. Nostro “Cavallo Pazzo”.

Ed ecco che un lancio dal centro del campo, s’avvia d’un tratto verso la meta nemica. Corre Sarri Simone, e al suo fianco è Abatematteo.
Il timore e la paura assalgono il perugino lì giunto, che perde la palla sotto la pressione e il placcaggio del Sarri.
Rotola la palla, che da sola rimane, finché le mani d’Abatematteo non arrivano per portarla oltre la linea ultimativa.
Uno lo placca, poi un altro, poi un altro, ma nulla lo trattiene e avanza. Si gira per cercare l’ultimo suo compagno rimasto, e lancia la palla, con gesto armonioso.
Caiello la riceve, allunga il braccio, si butta come aquila dal cielo sulla preda, e schiaccia su terra nemica.
Un grido di liberazione… la meta è al fine giunta!
E la gioia è incontenibile.
Ma ancora finita non è questa guerra fra titani. Solo il primo passo è stato compiuto.

Si riparte. Solo che l’orgoglio è ferito, le difese violate, il morale fiaccato. Nulla possono ormai i barbari perugini.
Ed ecco quindi che da raggruppamento di uomini, che lottano come teutoni, dinanzi alla meta avversaria, giunge Tomarelli. Afferra la palla, la strappa dalle mani amiche di chi la proteggeva, si gira, una rotazione fulminea, che lo vede insinuarsi tra le file rosse senza che questi possano fermarlo.
No, non potete voi placcare Tomarelli, che si getta in terra col pallone e schiaccia quella che è la meta della liberazione.
13… ora sono 13. e nulla ormai rimane per loro, sconfitti e agonizzanti. È finita.

Questa è la storia dei bianco-rossi d’Orvieto, che col cuore e la rabbia hanno piegato le ali spiegate del Perugia troppe volte vittorioso. La superbia loro è giunta la termine.
E la gloria di Orvieto risuona fra le genti che ancora raccontano di come, in una giornata di febbraio, i quindici di Orvieto, abbiano regalato alla gente della tufacea rupe, la vittoria che li spinge a scorgere meravigliosi e idilliaci play off.
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Messaggio  Billy Mar Feb 19, 2008 12:58 am

Sublime...tu si che sai enfatizzare le cose! good
Preparala una bella bella per la prossima partita cosi' la metto sulla prima pagina del sito!


P.S. E' inutile che t'impegni tanto, la storia dei 10.000 euri non era mica vera!!! rofl
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